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Alfa Romeo 33/3 tra le star all’asta nel weekend del GP de Monaco Historique

Autore: Michele Di Mauro · Credits Ph: RM Sotheby's

11 Maggio 2022
Alfa Romeo 33/3 tra le star all’asta nel weekend del GP de Monaco Historique

Sabato 14 maggio andrà in scena uno degli incanti di auto classiche più attesi della stagione. Parliamo di The Monaco Sale, evento organizzato da RM Sotheby’s in concomitanza col leggendario Grand Prix de Monaco Historique, allestito sullo stesso tracciato del Gran Premio di Formula 1. Un appuntamento che concentrerà nel Principato il top del collezionismo internazionale, sia che si parli di vetture, sia di personaggi.
Tanti i pezzi interessanti e storicamente importanti a catalogo per questo sesto appuntamento monegasco della nota casa d’aste, dall’automobilia, alle granturismo, ai veicoli da competizione.

Tra questi, la nostra attenzione è stata catturata da un autentico “pezzo da novanta”, di quelli con la storia e il pedigree: parliamo della Alfa Romeo Tipo 33/3 del 1969 ex Nanni Galli, per la quale ci si aspetta un risultato nell’ordine dei due milioni di euro. Costruita e schierata in gara dall’Autodelta, la squadra corse ufficiale dell’Alfa Romeo a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, e identificata dal numero di telaio AR 105-80*023*, questa è la vettura condotta da Galli e da Rolf Stommelen alla 24 Ore di Le Mans del 1970. Spinto da un possente V8 da tre litri con una potenza di oltre 440 cavalli, lo stesso esemplare viene poi affidato a Toine Hezemans e Masten Gregory alla Targa Florio del 1970 e, successivamente, appare pure nella pellicola culto “Le Mans” di Steve McQueen.

La storia della 33 nasce sulla scia dei primi grandi successi sportivi dell’Autodelta, fondata nel 1961 come squadra corse ufficiale della casa del Biscione. Dopo le grandi affermazioni dei modelli sviluppati su base Giulia, ovvero le GTA, TZ e TZ2, a partire dal 1966 gli ingegneri Orazio Satta Puliga e Giuseppe Busso iniziano a lavorare su una sport prototipo, nome di progetto 105.33.

La prima “Tipo 33” monta un V8 a 90 gradi da due litri con quattro alberi a camme, e supera abbondantemente i 250 all’ora; alla sua prima uscita competitiva, in occasione della cronoscalata belga di Fleron all’inizio del 1967, conquista subito il primo posto. Un esordio promettente seguito da presenze non altrettanto fortunate a Sebring, alla Targa Florio e al Nürburgring, dove la vettura sconta problemi cronici di robustezza del reparto sospensioni.
Una importante serie di aggiornamenti porta, l’anno successivo, a deliberare la nuova “Tipo 33/2”, seguita, per la stagione 1970, dalla 33/3, vettura totalmente nuova con telaio monoscocca e motore da tre litri, che diventerà una delle icone del Gruppo 6.

Stando a quanto ricostruito dallo stesso Nanni Galli, la vettura proposta da RM Sotheby’s è una di quelle schierate alla Targa Florio del 1970, nelle mani di Toine Hezemans e Masten Gregory. Un’edizione disastrosa perché, nonostante l’intenso lavoro per migliorare robustezza e affidabilità, nessuna delle 33 in gara sul circuito delle Madonie quell’anno riesce a guadagnare il traguardo. Questa, in particolare, è costretta al ritiro per incidente dopo cinque giri.
Non va meglio alla 24 ore di Le Mans dello stesso anno: la AR 105-80*023* è una delle quattro vetture portate in gara da Autodelta, con Galli e Stommelen. I due, alle prese con una pioggia torrenziale, riescono a superare la notte mantenendo per gran parte della corsa un’ottima seconda posizione. Dopo 220 giri, quando ormai si intravede la fine, l’equipaggio viene squalificato per aver ricevuto assistenza esterna in occasione di una ripartenza a spinta.

Terminata la carriera agonistica, il boss di Autodelta, Carlo Chiti, cede la macchina al primo dei suoi quattro proprietari privati nel 1973. La vettura viene ripunzonata con un nuovo numero di telaio stradale in luogo del classico tipo “750-80” delle 33 da competizione, presumibilmente per assicurarsi che fosse tenuta lontano dai circuiti. L’acquirente è un fornitore dell’Autodelta, specializzato in sospensioni, che tiene la macchina nella sua collezione, quasi del tutto inutilizzata, per ben trent’anni, durante i quali la conserva in condizioni di perfetta originalità.
Nel 2004 la 33 passa nuovamente di mano, e viene intrapreso un primo restauro della parte meccanica per riattiarla dopo il lungo letargo. Il primo vero restauro arriva però solo nel 2012, ed è opera dello specialista Tim Samways, che per oltre otto anni la segue tra corse e lavori di manutenzione, collezionando fatture per un valore complessivo superiore alle 700.000 sterline. Un investimento nel tempo che giustifica, assieme alla rarità e alla storia sportiva del mezzo, la stima d’asta di RM Sotheby’s, compresa tra 1,7 e 2,1 milioni. In questi anni la vettura appare in diverse rievocazioni importanti, tra cui Le Mans Classic 2016, dove viene condotta da Emanuele Pirro.

La macchina viene proposta a Monaco con un vasto inventario di parti di ricambi che include, tra gli altri, pannelli di carrozzeria anteriore e posteriore, un blocco motore, telaietti anteriori e posteriori, serbatoio dell’olio, corona e pignone, tonneau, impianto frenante, diverse parti meccaniche tra cui un albero a gomiti, bracci trasversali, due set di ruote di scorta, vari rapporti al ponte e un albero di trasmissione.

Oggi questa Tipo 33/3 è una vettura impegnativa, senza dubbio, ma in grado di fare la felicità di qualsiasi collezionista di Alfa Romeo da competizione. Considerando che viene offerta con, inclusa, l’iscrizione all’edizione 2022 di Le Mans Classic, probabilmente qualche fortunato appassionato trascorrerà un’estate particolarmente emozionante.

Tags: 24 Ore di Le Mans, Alfa 33/3, Alfa Romeo, Autodelta, Grand Prix Monaco, Nanni Galli, RM Sotheby's, Targa Florio



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