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Alfa Romeo Giulia: 60 anni di berlina che vince le corse

Autore: Michele Di Mauro · Credits Ph: Michele Di Mauro

7 Giugno 2022
Alfa Romeo Giulia: 60 anni di berlina che vince le corse

Probabilmente è uno dei compleanni più importanti del 2022, almeno automobilisticamente parlando. Quest’anno cadono infatti i sessant’anni dell‘Alfa Romeo Giulia, quella “vera”, la Tipo 105, prodotta dall’Alfa Romeo dal 1962 al 1977. Una vettura apprezzatissima oggi e incredibilmente moderna e avanzata per l’epoca. Stabile, veloce, aerodinamica, reattiva, la berlina Alfa Romeo “disegnata dal vento”, come recitava una celebre campagna promozionale, nasce come erede della Giulietta. Rispetto alla quale, pur riprendendone lo schema meccanico di base, è davvero 10 anni avanti, per impostazione generale, spazio e comportamento stradale. Basti pensare che una era nota come “la ballerina”, mentre l’altra è diventata il modello da battere in pista e l’icona degli inseguimenti cinematografici.

Un successo universale che, in 15 anni di onorata carriera e circa 1 milione di esemplari prodotti tra berlina e derivate, ha reso la Giulia una delle vetture più vendute della storia dell’Alfa Romeo.

La distinzione tra le versioni è doverosa perché la Giulia, con la lungimiranza tipica del “Biscione” di quegli anni, ha dato origine ad una vera e propria famiglia di modelli: la berlina, che da sola ha totalizzato circa il 60% della produzione complessiva, ma anche la coupé GT, la cabriolet GTC e la Spider, prima con carrozzeria della Giulietta e poi come “Duetto”.

La Giulia nasce, nel 1962, in versione 1,6 con un motore quattro cilindri bialbero interamente in alluminio dotato di innovative valvole di scarico raffreddate al sodio. Abbinato ad un cambio a cinque rapporti, altra rarità per una berlina media dei primi anni sessanta, sui primissimi esemplari montato con leva sul piantone e col comando a cloche proposto come optional.

Rispetto alla Giulietta un grosso passo avanti è rappresentato dalle sospensioni anteriori a quadrilateri sovrapposti, abbinato ad un ponte rigido più evoluto al retrotreno. I freni, inizialmente a tamburo (gli anteriori a 3 ganasce alettati), vengono presto soppiantati da più efficaci dischi.

Altro plus della Giulia è il corpo vettura: la scocca a deformazione differenziata con cellula abitativa rigida è vestita con una carrozzeria modernissima, ricca di spunti originali ed aerodinamicamente efficaci come la coda tronca, le scalfature sulle fiancate e sui cofani, il muso affilato e personale, il parabrezza avvolgente. Il coefficiente di penetrazione, messo a punto in galleria del vento, è di appena 0,34, come una buona berlina degli anni 90, e si traduce su strada con il valore di riferimento della categoria per la velocità massima, 176 km/h, oltre 10 km/h in più della sua concorrente più veloce.

Uno dei pochi compiti “mancati” dalla Giulia è l’avvio delle linee di produzione nel nuovo modernissimo stabilimento Alfa Romeo di Arese, che rimarrà in funzione per oltre 35 anni ospitando fino a 20,000 dipendenti. Gli impianti non saranno pronti per tempo, e i primi esemplari della nuova berlina usciranno dai cancelli dello storico complesso produttivo Alfa Romeo del Portello. La prima vettura ad essere prodotta interamente ad Arese sarà la Giulia GT disegnata da Bertone e lanciata nel 1963.

L’Alfa Romeo Giulia viene presentata il 27 giugno 1962 all’Autodromo di Monza. Il pubblico la ammira per la prima volta in versione Ti, acronimo di Turismo Internazionale ereditato dalle versioni “brillanti” della Giulietta. Spinta dal nuovo 1570 cc alimentato da un carburatore doppio corpo verticale Solex 32 PAIA/7, e forte di 92 cavalli, la vettura sfoggia un interno spazioso e originale al pari dell’esterno, con un volante a “corna di bue” e strumentazione a nastro. Entrambi verranno poi normalizzati nel corso del tempo.

Nel 1963 la Giulia 1,6 Ti fa da base per una nuova versione alleggerita e potenziata, pensata per la partecipazione alle gare della categoria Turismo. La nuova Ti Super, riconoscibile per le griglie di ventilazione poste in sostituzione dei fari di profondità, è la prima Alfa Romeo di serie a sfoggiare sulle fiancate lo storico quadrifoglio utilizzato nelle corse. A partire dal 1964 i freni disco della Ti Super finiscono sotto le Ti standard, in concomitanza col pensionamento del cambio al volante in favore della leva al pavimento, ora di serie. Nello stesso anno debutta anche la piccola, ma comunque brillantissima, Giulia Super 1,3, mossa dal 1290 cc della Giulietta Ti a carburatore doppio corpo, debitamente aggiornato. Equipaggiata con cambio a quattro rapporti, allestimento semplificato e frontale a due soli fari la Giulia 1,3, capace di 78 cavalli, si impone da subito come la 1300 più veloce del mondo, in grado di superare i 160 km/h.

Per il fotoservizio di Agorauto abbiamo scelto una Giulia 1,6 Ti del 1964, ancora fedele all’estetica e alle peculiarità dei primi esemplari, soprattutto per quanto riguarda gli interni, ma con gli aggiornamenti propri di quell’anno che la rendono decisamente più godibile su strada: freni a disco e cambio al pavimento di serie. La vettura provata è totalmente conservata, ad eccezione di una leggera velatura esterna. Gli interni sono interamente originali, come testimoniato dai pannelli porta ancora rivestiti con la plastica protettiva ventilata originale del 1964.

Se esternamente la Giulia è una vettura senza tempo, che resta sulla breccia per ben 15 anni con pochi aggiornamenti, sono proprio gli interni a colpire maggiormente quando si sale a bordo di una prima serie: il cruscotto e il volante sono avveniristici, almeno per l’epoca, con le grafiche della plancia che riprende il motivo a righe orizzontali della calandra. Piacevole da usare anche la pedaliera bassa, caratteristica distintiva delle prime serie, al pari del freno a mano ad ombrello.

Su strada, inutile dirlo, il bialbero fa sempre la sua figura. Grazie anche al cambio burroso e preciso, brilla in accelerazione, ripresa, ma anche in regolarità: sul nostro esemplare, dalla carburazione perfetta, tiene un minimo bassissimo senza alcun sussulto. Ma è soprattutto su strada che la Giulia è sorprendente: precisa, diretta, stabile e ben frenata con una percezione del limite facile e prevedibile e una tendenza del retrotreno a “partire” che è un marchio di fabbrica famoso quanto la vettura stessa. In una parola: divertentissima, quanto mai ci si aspetterebbe da una berlina. Che, ricordiamolo, “vinceva le corse”.

Tags: 60 anni, Alfa Romeo, Giulia



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