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All’asta in novembre la Stutz di Elvis

Autore: Michele Di Mauro · Credits Ph: Mecum

20 Settembre 2022
All’asta in novembre la Stutz di Elvis

Il prossimo novembre la casa d’aste statunitense Mecum batterà a Las Vegas questa Stutz Blackhawk del 1971. Vettura collezionisticamente interessante, impreziosita in questo caso da un prestigioso primo proprietario: è stata infatti acquistata da nuova da Elvis Presley, che ne ha possedute in totale ben quattro. Questa, in particolare, è la seconda, dato che la sua prima Blackhawk fu distrutta dal suo autista mentre si recava in autolavaggio. La prima Stutz del cantante era addirittura il secondo prototipo mai realizzato della Blackhawk, e fu comprata da Elvis sulla carta, dopo averne visto soltanto le fotografie. Riuscì a strapparla a Frank Sinatra dopo un’accesa battaglia, spuntandola dopo aver promesso di concederla per esporla nei saloni automobilistici dell’epoca, dato che l’allora importatore per gli Stati Uniti Jules Meyers non ne aveva altre a disposizione.

Sinatra in seguito acquistò un’altra Blackhawk, così come fecero i suoi amici Dean Martin e Sammy Davis Jr, mentre Elvis ne avrebbe ordinate altre tre: una del ’71, una del 1972 e una del 1973, perché ne voleva una in ciascuna delle sue case, Graceland inclusa.

La prima, lo abbiamo detto, non ebbe vita lunga. Dopo l’incidente, Elvis ne ordinò immediatamente un’altra da Meyers, che arrivò pochi mesi dopo: era proprio quella che andrà all’asta a Las Vegas. Tra le auto più costose in vendita negli Stati Uniti negli anni 70 e 80, questa Blackhawk è stata di proprietà di Elvis per un certo numero di anni prima che egli la regalasse a uno dei suoi medici personali, il dottor Elias Ghanem, il quale lo aiutò a disintossicarsi, perdere peso e fargli superare un brutto attacco di polmonite.

Una sfilza di altre celebrità scelsero la Blackhawk negli anni settanta: oltre a Frank Sinatra, Sammy Davis Jr e Dean Martin, la scelsero anche Wilson Pickett, Johnny Cash, Muhammad Ali, Tom Jones, Billy Joel, Elton John, Paul McCartney, Al Pacino e molti altri.

Non si può negare che la Stutz fosse l’auto preferita del Re del Rock negli anni 70, e fu pure l’ultima che avrebbe mai guidato: la notte in cui morì un fan che gli scattò una foto mentre tornava a Graceland, a bordo della sua quarta Blackhawk.

L’aspetto insolito dell’auto fu definito nientemeno che da Virgil Exner, celebre stilista Chrysler all’epoca in pensione, assunto per l’occasione dal banchiere di New York James O’Donnell, che aveva rilevato e resuscitato la Stutz Motor Company nel 1968. La Black Hawk originale si chiamava “Stutz Black Hawk Special” ed era un’auto da record di velocità su terra snella costruita alla fine degli anni 20, alimentata da due motori sovralimentati da 91 pollici cubi (1,49 litri). O’Donnell scelse il nome “Blackhawk” per onorare il primo modello, ma con le due parole unite per distinguerle.

La produzione della nuova Stutz Blackhawks durò dal 1971 al 1987, e si ritiene che ne siano state prodotte tra le 500 e le 600 in totale. La nuova vettura non era in realtà altro che una Pontiac Grand Prix riallestita nella carrozzeria e negli interni, e alimentata da un motore V8 da 7,5 litri (455 pollici cubi), abbinato a un cambio automatico GM TH400 a 3 velocità.

Le carrozzerie originali venivano rimosse dalla piattaforma e sostituite da altre costruite in acciaio a forte spessore in Italia, dagli abili artigiani della Carrozzeria Padane prima e, dopo il 1972, dalla Carrozzeria Saturn, sempre in Italia. Tutti gli esemplari ricevevano da 18 a 22 strati tra vernice e lacca. Venivano infine lucidate a mano, e si dice che il solo processo di verniciatura richiedesse addirittura sei settimane per essere completato. Il fatto che le auto dovessero essere spedite dal Nord America all’Italia, costruite utilizzando 1.500 ore di manodopera qualificata per veicolo e poi rispedite negli Stati Uniti, contribuì a far lievitare drammaticamente il loro prezzo. A questo si aggiungono gli interni completamente nuovi, con tappeti in lana d’agnello australiana, rivestimenti in pelle e pannelli in legno a coprire la maggior parte delle superfici. E per finire, autentico e costoso tocco kitch, le placcature in oro di numerosi dettagli esterni e interni.

Nonostante il peso, la Blackhawk sfoggiava comunque prestazioni relativamente buone per gli standard dell’epoca, grazie al suo V8 capace di portarla a 100 km all’ora in circa otto secondi e mezzo e spingerla ad una velocità massima di 130 mph (210 km/h), con un consumo medio parecchio al di sotto degli 8 km al litro.

L’appeal neoclassico della Stutz Blackhawk ha conquistato ammiratori e detrattori nel corso degli anni; di certo era una delle auto di lusso più popolari tra le star di Hollywood negli anni 70.

Lo stile, soprattutto esterno, è sempre stato controverso e sicuramente non è invecchiato benissimo. Detto questo, esiste un solido gruppo di amatori e collezionisti di questo modello decisamente fedeli e affezionati, ragion per cui raramente se trova qualcuna in vendita. E tra questi, sicuramente c’è qualcuno che non si lascerà sfuggire l’esemplare del dottor Elias Ghanem, sulla cui plancia c’è una targa che riporta la dedica “Elias Ghanem, un vero amico, Elvis Presley”. La vettura indica allo strumento appena 31.856 miglia ed è accompagnata da una copia del New Vehicle ID dello Stato della California del 1971 registrato a Elvis Presley.

Per fare un’offerta, visitate il sito di Mecum cliccando QUI.

Tags: asta, blackhawk, stutz



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