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Gilera 150 Super Sport: declinazione brillante di un grande successo

Autore: Michele Di Mauro · Credits Ph: Michele Di Mauro

14 Aprile 2022
Gilera 150 Super Sport: declinazione brillante di un grande successo

Il secondo dopoguerra è uno dei periodi d’oro per le due ruote italiane. Tanta voglia di ripartire, molto entusiasmo e, ahimè, pochi soldi, spingono gran parte della popolazione ad avviare la prima vera motorizzazione di massa a bordo di scooter e di quelle che all’epoca sono definite le “motoleggere”, veicoli pratici ed economicamente accessibili.

L’industria italiana reagisce prontamente, riciclando modelli anteguerra nel caso dei costruttori storici, o generando nuovi marchi: tantissime sono infatti le aziende fondate proprio alla fine degli anni quaranta, sia di produzione che di assemblaggio di mezzi a due ruote di ogni foggia.

All’epoca il limite per i motocicli non targati è di 125cc; al di sotto di questa cilindrata i costi di gestione sono sensibilmente inferiori ed è per questo che l’ottavo di litro a due tempi diventa in brevissimo tempo la categoria di maggior successo.

Inizialmente in controtendenza c’è Gilera che, al termine delle vicende belliche, esce con due modelli relativamente impegnativi per costi e cilindrata: sono la Nettuno e la Saturno, lanciate a partire dal 1946. L’avvio delle vendite piuttosto tiepido di questi prodotti porta il patron Giuseppe Gilera a rivedere la sua strategia, deliberando lo studio interno di un nuovo modello più economico, seppur impreziosito da un propulsore a quattro tempi.

Nonostante alcuni contrasti interni col responsabile della progettazione della nuova unità, Piero Remor, che propende per una più moderna distribuzione con valvole in testa, si opta per una tradizionale ed economica soluzione a valvole laterali.

È il 1948 quando, al Salone di Milano, Gilera presenta il prototipo della nuova “125”: bella, lineare e pulita nelle forme ma, proprio a causa del motore di concezione datata, poco potente e dalle prestazioni piuttosto fiacche. I soli 3,5 cv di potenza sviluppati e la velocità di punta di appena 70 km/h non bastano per scaldare gli animi degli addetti ai lavori e, peggio ancora, del pubblico.

A questo punto si rende necessario un aggiornamento per stare al passo con la migliore concorrenza.

Piero Remor difende ancora la sua posizione: serve un motore a valvole in testa. Gilera, ancora una volta, si oppone dirottando gli sforzi su una più economica revisione dell’unità esistente. Un confronto che esaspera il tecnico al punto da convincerlo a lasciare l’azienda per trasferirsi in MV assieme ad alcuni assistenti.

La nuova Gilera “125” debutta nel marzo 1949, e stavolta piace davvero. Il successo è dovuto soprattutto al fatto che, nella stessa fascia di prezzo delle altre 125 a due tempi, si può acquistare una bella motocicletta a quattro tempi da 4,7 cavalli e 80 km/h di velocità massima, con consumi contenuti e una maggiore affidabilità. Il riscontro è talmente positivo da mandare in crisi la produzione, sempre in affanno con un tenore di 500 esemplari al mese, parecchio al di sotto delle richieste che arrivano dai saloni.

Sulla scia dell’interesse generale, nel giro di pochi mesi debutta la seconda serie, con nuove sospensioni a compasso e, dal giugno 1950, la terza serie, con potenza aumentata a 5 cv, distribuzione migliorata e nuove sedi valvole.

Nel 1951 la produzione viene temporaneamente sospesa per installare le nuove linee di montaggio, ideate direttamente da Giuseppe Gilera, capaci di raddoppiare la produzione mensile. Una volta in funzione, queste inaugurano la nuova serie della “125”, denominata “Turismo” e contraddistinta da ulteriori aggiornamenti meccanici, affiancata dalla “Sport”, dotata di serbatoio maggiorato e motore da 7 CV per 90 km/h, pur senza intaccare i consumi.

Ma all’orizzonte qualcosa sta cambiando: arriva infatti una nuova revisione del Codice della Strada, che in Italia impone le targhe per le 125 e limita l’accesso alle neonate autostrade alle moto con cilindrata di almeno 150 cc. La produzione nazionale si adegua in fretta, col lancio di diversi modelli aggiornati a 150 di cilindrata, e tra questi c’è anche Gilera che, a partire dal 1955, rimette comunque in produzione una versione 125 della sua motocicletta, denominata “Export” e pensata per i mercati stranieri con diversa legislazione.

La Gilera “150” viene presentata ufficialmente nel 1952 e di fatto è l’erede della “125”, della quale riprende la meccanica ma con alesaggio maggiorato a 60 mm; sarà la moto Gilera più venduta di sempre, con quasi centomila esemplari costruiti tra le diverse versioni. Le prime due sono, come per il modello precedente, la “Turismo” e la “Sport”, pressoché analoghe ad eccezione della sospensione anteriore, a parallelogramma per la Turismo e telescopica la Sport. Il cambio rimane a 3 rapporti per entrambe le versioni ma, già dall’anno successivo, sulla Sport arriva la quarta marcia.

Nel 1953 viene anche lanciata una versione speciale, prodotta in serie limitata e con meccanica più spinta, denominata “Dimostrazione” proprio perché esemplificativa delle potenzialità tecniche del modello. Ad essa seguono, tra il 1955 e il 1957, le nuove versioni Gran Turismo, Super Sport e Rossa Super, che tengono in auge la moto fino al 1960, anno del definitivo stop alla produzione, alla quale nel frattempo si è aggiunta, a partire dal 1956, anche la più prestante “175”.

La Gilera “150” deve il suo successo, lo abbiamo visto, alle linee pulite ed eleganti, abbinate ad un motore a valvole in testa finalmente adeguato nelle prestazioni, parco nei consumi e valorizzato dalla leggerezza complessiva del mezzo: appena 90 kg, grazie anche al telaio tubolare a doppia culla aperta e mozzo elastico posteriore, per una guida stabile e confortevole.

Raffinato e sportivo al tempo stesso l’abbinamento rosso/nero, tipico delle versioni più brillanti, esteso al serbatoio, alla grafica dello strumento e alla sella; pratici, sui fianchetti, i due vani portaoggetti con sportellino; grintoso il manubrio stretto al pari di altri particolari come il carburatore con la “trombetta” di aspirazione; ingegnosa infine la chiave di avviamento a chiodo che, una volta in posizione, funge anche da interruttore luci. La Super Sport del nostro servizio appartiene alla prima serie (telaio serie 188) ed è datata 1955. Interessanti i numeri, almeno coi parametri del ’55: 7,5 cavalli di potenza a fronte di un consumo di appena 2,5 litri di benzina ogni 100 chilometri, ospitati in un serbatoio maggiorato da 13 litri.

Curioso poi, se visto con gli occhi di oggi, che sul libretto di uso e manutenzione si dichiarasse una differenza di ben 10 km all’ora in base alla posizione del conduttore: 90 all’ora se “normale” o 100 all’ora se “abbassata”!

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