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Rinasce il marchio Lancia, sarà la volta buona?

Autore: Michele Di Mauro

29 Novembre 2022
Rinasce il marchio Lancia, sarà la volta buona?

I lancisti, va ammesso, sono un po’ come certi tifosi di alcune grandi squadre calcistiche. Senza andare a scomodare l’abusatissimo “mai una gioia”, diciamo che oggi vivono perlopiù nel ricordo di una gloria passata che stenta a tornare.

La gamma delle automobili Lancia si è diradata sempre più fino a sopravvivere a stento negli ultimi anni, grazie ad un solo, e per fortuna valido, modello: la sempreverde Ypsilon di cui abbiamo onestamente perso il conto dei restyiling.

Il punto più basso gli aficionados lo hanno toccato nell’era Marchionne, quando il manager “col maglioncino” ha dichiarato senza giri di parole che il marchio era (a suo dire) “senza appeal”, “conosciuto solo in Italia” e destinato al pensionamento, facendo addirittura oscurare tutti i siti web Lancia internazionali, ad eccezione di quello italiano. Forse il momento in cui il ben noto coraggio del dirigente ha trovato il suo slancio massimo.

Sembrava tutto perduto. Come potevano le cose peggiorare ancora?

Agorauto Lancia Design Day Pu+Ra 001

Eh, potevano eccome. L’acquisizione, mascherata da fusione, del gruppo FCA da parte dei francesi di PSA (il gruppo Peugeot – Citroen, per capirci) con la nascita di Stellantis, ha gettato ancora più nello sconforto i sostenitori dell’automobile italiana, forte di oltre 120 anni di storia gloriosa.

Poi il colpo di scena: i nuovi programmi di sviluppo del gruppo prevedono un massiccio rilancio del marchio Alfa Romeo (anch’esso ridotto a un solo modello, la vetusta Giulietta, prima del lancio delle nuove Giulia e Stelvio) e, udite udite, la rinascita (in questo caso rilancio sarebbe riduttivo) pure di Lancia. Insomma, per rivalutare la storia di uno dei marchi italiani più amati, ci volevano i francesi.

E così, dopo settimane di suspance alimentate da attività teaser sui social ufficiali del brand torinese, condite a suon di immagini di Delta, Fulvia e Flaminia, siamo arrivati alla fatidica data del 28 novembre per scoprire, nell’attesissimo “Lancia Design Day” alla Reggia di Venaria, il nuovo manifesto stilistico della casa di Chivasso.

Tanto per cominciare, si riparte come da prassi con un nuovo logo, che recupera alcuni vecchi stilemi, nel segno della tradizione. Un lavoro che ci lascia un po’ perplessi dato che propone, ancora, sfumature di blu, cromature e effetti di tridimensionalità in una fase in cui tutti i brand automobilistici li stanno abbandonando (o lo hanno già fatto) a favore di grafiche bidimensionali, “flat” e soprattutto monocromatiche. Di cui esiste comunque una versione, al momento utilizzata solo sui profili social.

Il nuovo logo debutta ufficialmente sulla “Pu+Ra Zero“: una speedform, ovvero la maquette in scala 1:1 di una forma futuribile e aerodinamica pura, non un veicolo in senso stretto, ma un oggetto che dovrebbe annunciare gli stilemi e il linguaggio grafico dei futuri modelli. Pura, come il nome suggerisce, fluida, organica, con rimandi alle proporzioni di un’ipotetica hypercar, quindi qualcosa di lontanissimo dalle Lancia che conosciamo, ma anche “Pure + Radical”, con il numero zero a segnare il momento iniziale del nuovo corso, nonché a citazione di uno dei prototipi più estremi e ammirati della storia del marchio torinese. A dirla tutta, dall’alto a noi ha ricordato anche i celebri bozzetti di Piero Castagnero in cui, dalle forma dei motoscafi Riva, nasceva la vista in pianta dell’indimenticata Fulvia Coupé.

In cosa si concretizzerà il nuovo corso stilistico? Al primo posto ci sarà la nuova compatta, una Lancia Ypsilon su piattaforma CMP (Peugeot 208, Opel Corsa) per continuare ad avere in listino ancora una cittadina chic e modaiola, spinta da propulsori termici micro ibridi o elettrici. Una buona notizia, dato che la maggioranza dei marchi premium nei prossimi anni abbandonerà i segmenti minori. Della Pu+Ra ritroveremo molto probabilmente lo stile della calandra, che pare la parte più realizzabile di quanto visto e che in effetti sul prototipo appare piuttosto slegato, al pari della fanaleria posteriore circolare e delle grandi scritte Lancia, altri elementi “vintage” applicati su una forma simile a un gigantesco fermacarte.

Per la Ypsilon si parla di 2024, mentre nel 2026 seguirà l’ammiraglia (categoria assente dai tempi della controversa Thesis) e nel 2028 da una nuova Delta: uno dei modelli più amati, sul quale si sono cimentati in tanti in questi anni, con restomod, riedizioni o semplici rendering, come è successo pure per 037 e Stratos. E sappiamo quanto sia difficile mettere mano a modelli dall’eredità commerciale e sportiva tanto ingombrante, alimentata da una delle platee di sostenitori troppo spesso tradizionalista e avversa al cambiamento. Una contraddizione, dato che Lancia è stato, nella storia dell’automobile, uno dei marchi più visionari e innovativi.

“Questo è il nostro manifesto di design, su cui disegneremo i prodotti futuri – spiega Luca Napolitano, Lancia Chief Executive Officer – Splendide forme eleganti, con la grazia della Flaminia e gli storici fari della Stratos nel posteriore, combinando elementi di eleganza ed anche quelli primordiali”. Speriamo bene. Intanto, ancora per un po’, non resta che coccolarci a bordo delle grandi Lancia del passato. Se non ne avete ancora una, al momento sul Marketplace di Agorauto ne trovate in vendita oltre 160. Sicuramente c’è anche quella che fa per voi. Ed è una Lancia alla vecchia maniera.

Tags: design, Lancia, stellantis



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