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DB Le Mans: con Aguttes all’asta una bella pagina di motorsport francese

Autore: Michele Di Mauro · Credits Ph: Aguttes

28 Giugno 2022
DB Le Mans: con Aguttes all’asta una bella pagina di motorsport francese

Domenica 26 giugno si è tenuta, a Neuilly-sur-Seine, “Classic Cars : The Summer Sale”, incanto di veicoli classici della casa d’aste francese Aguttes. Diversi pezzi interessanti tra i 77 lotti presentati, per larga parte europei e francesi in particolare, come prevedibile.

Ad attirare la nostra attenzione la presenza di due vetture, molto diverse tra loro ma accomunate dal glorioso marchio D.B.: sconosciuto ai più, soprattutto in Italia, è invece ben noto agli appassionati di motorsport classico.

La DB, nota anche come Deutch-Bonnet, è una casa automobilistica francese attiva tra il 1938 ed il 1961, fondata da Charles Deutsch, ingegnere di Ponts et Chaussées, laureato all’Ecole Polytechnique, e René Bonnet, ex pilota e tecnico autodidatta. I due, dalle cui iniziali nasce il marchio, unirono le loro forze poco prima della seconda guerra mondiale per costruire auto sportive e da corsa di fascia economica. Dopo alcuni esperimenti prima della guerra col motore 4 cilindri della Citroën Traction Avant, a causa del mancato accordo con la casa del Double Chevron, dopo il 1945 i due spostano la loro attenzione sul popolare e apprezzato motore Panhard, un brillante bicilindrico da 750 cc raffreddato ad aria. Le DB con motore Panhard saranno tra le più interessanti vetture da corsa francesi degli anni cinquanta.

La prima vettura marchiata DB arriva nel 1950 ed è una piccola cabriolet con meccanica proveniente dalla Panhard Dyna X e carrozzeria in vetroresina, tratto comune a tutta la produzione della casa. Nel 1954 è invece il turno del secondo modello, stavolta una coupé con motore della Dyna Z. La produzione di vetture stradali resta comunque relativamente secondaria: i fondatori hanno infatti spiccate velleità agonistiche, e sin da subito la DB si cimenta nelle competizioni, dove sperimenta soluzioni aerodinamiche innovative e spesso e volentieri porta a casa ottimi risultati.

La produzione stradale del marchio si ferma ad appena quattro modelli: dopo la Cabriolet Antem e la HBR 5 Coupé arrivano infatti la Le Mans Cabriolet e la DB 750, declinata sia in versione stradale che da competizione: ancora allestita su meccanica della Panhard Dyna Z, quest’ultima è una delle vetture di maggior successo della casa transalpina.

In parallelo la produzione agonistica vede susseguirsi ben cinque modelli: una barchetta sviluppata espressamente per la 24 Ore Le Mans, la Racer 500, la HBR 4, la DB F1 e la D13.

Nel 1961 il marchio DB si avvia verso il suo epilogo: senza avvertire il socio, René Bonnet strappa un accordo a Renault per la produzione di una vettura sportiva a motore centrale. Una volta scoperta l’operazione, Charles Deutsch decide di sciogliere la società. I due a questo punto imboccano strade diverse, entrambe di breve durata: Deutsch fonda la CD, altra piccola azienda di automobili sportive; Bonnet fonda la René Bonnet Automobiles, con la quale sviluppa quella che, una volta abbandonato il progetto, diventa la Matra D-jet.

Data la storia così breve e la produzione tanto esigua, viene da sé che assistere ad un’asta in cui c’è la possibilità di portarsi a casa ben due vetture di produzione DB diventa un’opportunità abbastanza difficile da ripetere. Il pezzo da novanta schierato da Aguttes è una barchetta Le Mans, telaio n° 916/924, unica superstite di tre vetture schierate alla gara francese nel 1957, corredata da un ricco palmarès e da una storia affascinante.

Dopo una buona prestazione alla 24 Ore di Le Mans del 1956, con la vittoria nell’indice di prestazione, la piccola azienda di Champigny decide di schierare, per il 1957, tre vetture. Una è la stessa del ’56, in versione riveduta e corretta, iscritta col numero di gara 49; le altre due sono inedite e… sfortunate: marcate coi numeri di gara 50 e 51, finiranno entrambe fuori pista nel vano tentativo di contrastare l’armata Lotus.

Dopo la gara, la vettura numero 50 viene ricarrozzata in fibra di vetro e struttura in alluminio con forme riprese dalla HBR5. Non ancora verniciata, è iscritta nella categoria Gran Turismo al Gran Premio di Rouen, dove si classifica terza, e poi al Gran Premio di Caen, in cui ottiene il primo posto condotta da Jean-Claude Vidilles. Dopodiché la macchina è completata, verniciata e immatricolata per uso stradale: il numero di telaio 916 e la targa provvisoria 3576 WO vengono sostituiti dal numero di telaio 924 e dalla targa 6479 GD 75.

Questo non significa che la vettura abbandoni l’attività agonistica: in questa nuova configurazione berlinetta disputa il Tour de France Automobile e il Tour de Corse, dove vince la classe. All’inizio del 1958 Gérard Laureau vince nuovamente la categoria GT al Grand Prix de Pau mentre Jean-François Jaeger è primo a Montlhéry. L’ultima uscita ufficiale, alla salita Planfoy, nei pressi di Saint-Etienne le è invece fatale: un’uscita di strada la danneggia gravemente. In seguito all’incidente René Bonnet rivende la macchina sul posto ad un meccanico, che ne raddrizza il telaio, la ripara e realizza un nuovo tetto rivettato in alluminio, prima di rivenderla nel 1969 ad un appassionato, il quale la conserva per trent’anni, prima di sottoporla ad un restauro specialistico nel 2001. Solo allora si rende conto che la vettura è in realtà l’unica sopravvissuta della 24 Ore di Le Mans del 1957 e che quindi merita un ripristino della sua configurazione originaria.

Il successivo proprietario, Honoré Durand, un convinto appassionato di D.B., completa i lavori e in anni recenti partecipa con la 916/924 ai più importanti eventi rievocativi, come il Tour Auto e Le Mans Classic, prima che la vettura, ceduta per un breve periodo a Pierre-Henri Mahul, finisca all’asta lo scorso weekend dove, presentata con un restauro esemplare, ha spuntato una quotazione degna della sua storia, interamente documentata e verificata: 283.560 euro, in linea con la stima iniziale.

Certo, parliamo di una vettura unica ed esclusiva, e per questo non alla portata di tutti. Decisamente più accessibile invece la seconda DB proposta da Aguttes, una Le Mans Cabriolet Luxe del 1958, ultimo modello realizzato dalla casa francese in meno di duecento pezzi. Spinta dalla classica meccanica Panhard, facile ed efficiente, e vestita con la consueta carrozzeria in vetroresina, la piccola e brillante francese è rimasta invenduta a fronte di una quotazione prevista compresa tra 35000 e 55000 euro, e quindi, nel caso vogliate farci un pensierino ed entrare nell’intimo e affascinante mondo DB, è ancora sul mercato da qualche parte…

Tags: 24 Ore di Le Mans, Aguttes, DB, Panhard, Renè Bonnet



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